martedì 6 maggio 2008

Ripensamenti

Anche se i telegiornali di stato la censurano, Anna Finocchiaro l'ha detto: bisogna sforzarsi di rappresentare quella storia socialista che è rimasta fuori dal parlamento. Immagino si riferisse a tutta la vasta area degli extraparlamentari attuali, ma tant'è. Il problema se lo stanno ponendo i dalemiani, presumo in netta contrapposizone con i veltroniani, che di cultura socialista - non ne parliamo di partito socialista - non ne vogliono nemmeno sentir parlare.
Il voto disgiunto a Roma di molti elettori di sinistra ha già dato il segnale dell'inizio della resa dei conti, con l'indicazione netta da parte di alcuni settori del pd per Zingaretti e la minima sottolineatura per Rutelli, che infatti, durante la conferenza stampa finale, si interrogava retoricamente su questo dato molto significativo per gli equilibri interni.
Insomma, pare che i dalemiani vadano dritti per la loro strada: hanno contribuito a far fallire la candidatura Rutelli - e così hanno eliminato i classici due piccioni con una fava, Rutelli e Veltroni - e stanno procedendo con segnali evidenti sulla via del dialogo con le forze di sinistra non rappresentate in parlamento.
Questo potrebbe stimolare una corsa verso le braccia semiaperte del PD - c'è sempre Franceschini, ricordiamocelo, che vuole alzare tutti i quorum alzabili - oppure stimolare alla riaggregazione riformista a sinistra, capace di dialogo e interlocuzione con l'unica area disponibile del PD, dalla quale il duo Veltroni-Bettini è escluso. Per ora solo i Radicali hanno colto l'occasione, creandi reali momenti di incontro e dibattito pubblico a Chianciano.
E i Socialisti che fanno? Continueranno a perdere tempo su astratte questioni di strutturazione interna di un partito allo zeronove? Si preparano ad un congresso improntato alle solite lotte intestine? o saranno in grado di lanciare una grande questione di cultura politica e di cogliere opportunità, dimostrando una reattività politica che fino ad oggi è mancata?

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