martedì 20 maggio 2008

Nuovi orizzonti della politica

In questi giorni è difficile sottrarsi al dibattito interno: si moltiplicano le riunioni, gli incontri e anche le chiacchierate occasionali sul che fare. Sappiamo con certezza che esiste almeno un 6% di elettori di sinistra non rappresentati in Parlamento e sappiamo anche che sono inizate ufficialmente le manovre per il dietro front rispetto all'autonomia veltroniana. Si torna a parlare di coalizioni e quasi quasi la desueta parola "centro-sinistra" torna in auge, dopo la tanto invocata santificazione di Veltroni...(che in una botta sola ha fatto cadere il governo, ha consegnato l'Italia in mano a Berlusconi e ha desertificato la sinistra).
Questo è il quadro, nonostante tutto in profondo movimento. D'altro canto si profila all'orizzonte il congresso del PS, che dovrebbe consolidare una nuova leadership in grado di fare un'importante chiamata politica nei confronti di quella percentuale di elettori di sinistra scontenti del PD. Oppure farci stare buoni tutti e traghettarci serenamente nelle braccia semiaperte del PD, in cambio della stabilità delle amministrazioni locali e di qualche poltrona in favore dei soliti noti.
Ora, a prescindere da qualunque manovra politicista, penso che valga la pena fare un tentativo. Sicuramente il tentativo politico e culturale insieme di ridefinire gli orizzonti della politica. Sicuramente il tentativo di ridefinire gli orizzonti della politica socialista. E credo che questo compito debba essere assolto dall'alto e dal basso. Dall'alto, tramite una chiamata forte e importante della nuova (?) classe dirigente, secondo linee programmatiche chiare e precise, dal basso tramite l'elaborazione dei nuovi orizzonti della politica, che ormai non riguardano più tematiche segmentate (il lavoro, l'economia, la casa ecc..), ma una visione globale e d'insieme, un punto di vista dal quale partire per leggere un'idea nuova di società. E questo non può che essere il socialismo della cittadinanza, così ben realizzato da Zapatero in Spagna e sostenuto da un importante investimento sulle nuove tecnologie che superi definitivamente il digital divide e rappresenti fattore di unificazione e strumento di superamento di massa delle ingessature burocratiche.