martedì 17 giugno 2008

continuano le sconfitte elettorali per il pd (e per tutti noi)

Non credo si possa tacere dell'8 a 0 - usiamo queste metafore calcistiche visto che siamo in periodo di campionato europeo - in Sicilia. Mi chiedo: che altro deve succedere per far si che la classe dirigente italiana della sinistra o di quel che ne rimane (visto che il PD non è nè di sinistra, nè socialista) si faccia da parte e "rassegni le proprie dimissioni"? Forse è per senso di responsabilità, forse è perchè in questi anni scellerati non ha nemmeno provveduto, come ogni classe dirigente degna di questo nome, a preparare la propria successione...ma si sa, in Italia le classi dirigenti durano almeno 50 anni, quindi si sarà considerato che non c'era fretta...Largo ai giovani! ma ormai la classe dei "giovani" comprende anche i quarantenni: chissà la categoria delle donne - le altre escluse dalla competizione politica - come si è trasformata nel frattempo...per il momento arruola veline ed ex veline, o figlie e mogli, tutte inquadrate, tutte nei ranghi, tutte controllabili.
L'unica cosa certa è che Veltroni, a dispetto di quello che dice, è profondamente comunista, perchè ancora nel 2008, nell'epoca rizomatica della comunicazione a rete, immagina che le operazioni culturali - i processi, in politichese - possano essere imposte solo dall'alto (cioè da lui e dal suo gruppo). Sta provando, il buon Veltroni, a trasformare la politica italiana, come si sa, nella politica americana, sostenendo evidentmente che il modello europeo - che sia Merkel, Zapatero, Sarkozy o Brown poco importa - è arretrato e insufficiente. E fin qua...L'aspetto più evidente di questo processo è l'abbattimento del tasso valoriale della militanza, l'annullamento dell'appartenenza, l'esclusione dei sistemi di rispecchiamento ideale a favore di una dimensione quasi esclusivamente funzionale del voto. E questo, si dirà, è un approccio più laico. Il problema infatti - ammesso e non concesso che questo in Italia sia già plausibile e non cozzi contro una richiesta di identità della sinistra ancora molto forte - è di tipo sociale. E' vero che in America contano i singoli e non i partiti che svolgono una funzione prevalentmente organizzativa in occasione delle elezioni, ma è pur vero che esiste un sistema tutto orientato in questa direzione. Non è vero affatto che non ci sia partecipazione: i cittadini si organizzano in modo capillare per sostenere gratuitamente il loro candidato alla presidenza e hanno strumenti di partecipazione attiva da noi ancora impensabili. Inoltre il sistema prevede un'organizzazione in lobbies, l'attività esplicita di found raising e molte altre strutturazioni sociali che in Italia non solo non esistono, ma si declinano nei termini mafiosi e familisti che noi tutti conosciamo. Ma ve la immaginate in Italia la codificazione delle lobbies? Da noi si chiama mafia! E l'attività di found raising? Cercare fondi privati per sponsorizzare candidati politici può assumere i contorni di un reato...allora. L'operazione fallisce dal basso stavolta e il riformismo, se non è un'aspirazione ideale, in questo contesto divenata una necessità. Oggi non è pensabile imporre un processo in maniera tradizionale: la classe dirigente politica pensa una cosa e così, scendendo via via, i militanti l'accettano. O si è in grado di essere volano di un meccanismo di trasformazione sociale e di orientamento culturale o il consenso non ci sarà, ammesso che sia corretta l'operazione stessa. Qualcuno glielo spieghi a Veltroni, visto che le batoste elettorali non bastano....