lunedì 11 maggio 2009

Sulla comunicazione politica e dintorni (2)

2)- Attenzione a non liquidare lo slogan del "voto utile" come un retaggio veltroniano e perciò stesso perdente. Il concetto di "utile" ha un appeal cognitvo e concettuale molto forte. Concettualmente, l'idea di utilità è molto "politica", soprattutto in questa epoca cosiddetta post-ideologica, dove il pragmatismo dei programmi ha scalzato senza appello la teoria delle ideologie; inoltre, l' "utile", nella tradizione italiana, viene da lontano (Orazio, Ars Poetica, 343: "omne tulit punctum qui miscuit utile dulci"- "raggiunge in pieno lo scopo chi unisce l'utile al dolce") e soprattutto è svincolato dall'idea di un becero utilitarismo, per essere collegato invece al "dolce". Cognitivamente quindi il richiamo al “voto utile” risente di questa felice connessione semantica originaria tra le categorie dell’ “utile” e del “giovamento” e quella della “piacevolezza”, secondo la definizione di un’endiadi, paradigmatica del rapporto tra l’elettore e il suo leader.
Certamente il riferimento al voto utile è segno di una mancanza di idee da parte di Franceschini e del suo ideale collegamento alla politica di Veltroni, ma il potre dello slogan non è messo in discussione.

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