venerdì 17 luglio 2009

Ieri mi sono espressa così davanti ad una nutrita platea di SeL....

Come spesso accade nelle fasi di fondazione o di ri-fondazione i progetti, anche se nascono in un ambito ridotto, assumono su di sè grandi ambizioni. Il caso di SeL non fa eccezione: si avverte non solo l'esigenza di costruire un partito, bensì l'intero ambito della sinistra, con tutto il suo corredo di valori e di strutture organizzative.
Da qui la nota "querelle politicista" relativa al partito si -qui-e-ora-perchè-altrimenti-disperdiamo-il-voto-di-un-milione-di-italiani / partito no -perchè-noi-il-partito-ce-l'abbiamo-e-abbiamo-aderito-ad-un-progetto-quindi-adesso-andiamo-avanti-con-la-federazione-poi-si-vedrà.
Queste due posizioni così distanti hanno in realtà un elmento in comune: una sostanziale disattenzione nei confronti dei contenuti, tutte concentrate come sono sulla difesa dei propri apparati, sulla difesa dei propri metodi di costruzione di apparati. Questo rivela la solita modalità ottocentesca di fare politica, un interesse tutto rivolto al proprio ombelico e una sostanziale posizione conservatrice.
Io invece sono progressista. Ero progressista quando a 21 anni ho votato per la prima volta a favore del referendum sull'aborto, sono stata molto progressista qualche anno fa quando ho partecipato all'elaborazione dei temi della Rosa nel Pugno e a tutto quel progetto politico che ha dettato l'agenda di quella stagione. Vorrei infatti ricordare a tutti che i socialisti italiani non sono solo quelli di Craxi, ma sono ormai da tempo tra le pochissime forze che in Italia si fanno baluardo di una laicità intesa sia come proposta di contenuti - che da quel momento in poi sono stati definitivamente acquisiti dal dibattito politico italiano - sia come metodo, lente attraverso la quale leggere la società italiana ed europea.
SeL ha dunque un compito analogo: proporre un'idea di società e attuare una concreta azione politica. Secondo un metodo "corsaro" sostengono alcuni: incursioni rapide sui temi dell'attualità con una chiara ed intellegibile presa di posizione. Mi dissocio da questo metodo random sia per motivi di stile - si riuscirebbe solo a diventare la brutta copia di Di Pietro, che è tutto dire... - sia per motivi sostanziali - non si riuscirebbe a proporre una identità chiara agli elettori - .
Dunque SeL deve partire dalla elaborazione delle forme di attuazione dell'art.49 della Costituzione. Questo darebbe sostanza di significato a quelli del prtito si-qui-ora-e-subito perchè li metterebbe di fronte a come fare questo partito, con quali regole e con quale sentire condiviso, piuttosto che con qualche pacchetto pre-confezionato di metodi e strutture. Inoltre permetterebbe a tutti incursioni sulla pratica democratica così com'è oggi in Italia, dal funzionamento interno dei partiti, ai criteri di selezione della classe dirigente, al tema elettorale delle preferenze, giù giù fino al pacchetto-sicurezza, all'immigrazione e all'idea e alla pratica di cittadinanza.
Come dice Vendola "la democrazia non è un fatto procedurale". Bene. Riorientare l'rt. 49 significa rappresentare la narrazione di un'idea di società. "Berlusconi ha vinto prima di tutto nella dimensione onirica" dice sempre Vendola. Vero. E' stato capace anche di entrare nei "sogni" degli italiani tramite la costruzione di un frame narrativo che va dall' "unto del signore" al "presidente operaio". Oggi alla sinistra manca proprio questo: la costruzione di una cornice narrativa comprensibile e interessante per gli elettori che, partendo dalle modalità di attuazione della democrazia oggi in Italia, può inscriversi a buon diritto in quel "progressismo umanista" che mette al centro della propria attenzione non il "singolo individuo", non la "gente", ma la "persona in relazione", il "cittadino".
Avere nel proprio simbolo le parole "sinistra" e "libertà" non emancipa dalla necessità di declinare a livello di progetto politico questi termini...Non è che siccome si sono pronunciate quelle parole, "ci siamo capiti"...Bisogna dire e raccontare cosa significa oggi, per l'Uomo del Duemila, "sinistra" e "libertà". Quando si farà, si sarà proposta un'idea di società e con questa e con le sue concrete pratiche democratiche si potrà andare davanti agli elettori e chiedere il loro voto.