lunedì 20 dicembre 2010

PERCHE' ESSERE SOCIALISTA OGGI

La domanda che viene posta implica una risposta che, come accade per i quesiti che riguardano le scelte politiche, investe anche una dimensione esistenziale, perché mette in gioco, oltre che le convinzioni, anche l'identità. E quindi siccome non mi voglio sottrarre alla complessità della domanda, ma nello stesso tempo vorrei essere breve e comprensibile e non trasformare questa occasione in una seduta di psicanalisi o di autocoscienza, attingerò ad una strategia in linea con il politically correct del momento, grazie alla sua consacrazione mediatica: declinerò una lista. Certo il mio elenco sarà breve e un po' più ragionato.

1)- PERCHE' SONO ORIENTATA ALLA LAICITA', convinta come sono ancora che il benessere dei molti sia superiore all'interesse dei pochi. Il socialismo, alla fine del XVIII secolo, nasce come un corpus di pensiero che si opponeva all'individualismo, proposto invece dal conservatorismo formatosi in opposizione alla Rivoluzione Francese, ed ha avuto sempre il medesimo fine: produrre solidarietà e prosperità sociale. E questo, tanto più oggi nel Terzo Millennio, è possibile solamente in un società che riconosca pari dignità a tutte le sue componenti, siano esse sociali, culturali, religiose, politiche. Oggi ci troviamo di fronte a massicci fenomeni migratori, oggi dobbiamo risolvere le questioni in termini di integrazione e non di tolleranza. L'antico principio socialista dell'uguaglianza, oggi si declina come inclusione e la disuguaglianza come esclusione. L'inclusione si riferisce alla cittadinanza, o meglio alla promozione di una cittadinanza attiva che abbia l'opportunità di essere coinvolta nello spazio pubblico, sia trovando lavoro che dialogando con istituzioni aperte, perché laiche. Una cittadinanza consapevole, sottoposta a regole ed obblighi, ma che possa godere di contesti di opportunità quali l'accesso al lavoro, che rimane ancora elemento centrale per la misura dell'autostima e per il tenore di vita, e la promozione culturale, cioè l'istruzione. Oggi, nell'Italia del 2010, nel pieno di una crisi economica senza precedenti, di fronte a un deficit di crescita della prosperità economica e ad una progressiva destabilizzazione sul piano sociale, come dimostrano sia gli scontri di piazza che tutti gli indicatori che ci attestano ad un livello di crescita tra i più bassi d'Europa, solo l'attuazione di politiche di ispirazione socialista che mettano al centro dei propri obbiettivi la giustizia sociale potrebbero interrompere quella spirale che vede invece un aumento progressivo della disoccupazione e una società ingessata, che espelle i propri talenti e i propri cervelli, invece di valorizzarli. Solo la declinazione di politiche di ispirazione socialista, potrebbe modificare i caratteri della gestione di questa crisi così importante.

2)- PERCHE' SONO ORIENTATA AL CAMBIAMENTO: perché se c'è una lezione alla quale possiamo attingere storicamente dai socialisti è che sono sempre stati in grado di intercettare gli aspetti problematici delle società concrete e di organizzare delle risposte in termini di massa, perché il fine è sempre stato lo stesso: produrre cioè quella "buona vita" che proviene dallo sviluppo economico e sociale, ottenuto privilegiando gli aspetti di crescita individuale e di tutela generale. Quindi privilegiando politiche - e lo verifichiamo nelle socialdemocrazie del Nord Europa - di sviluppo dell'istruzione pubblica e del welfare. Insomma, solo in Italia non abbiamo ancora una traduzione legislativa dell'indicazione europea sulla lifelong learning, cioè sul diritto alla formazione lungo tutto l'arco della vita, che potrebbe dare impulso a nuove forme di occupazione e di imprenditoria giovanile, in un rinnovato rapporto tra pubblico e privato; forse perché solo in Italia, che è il Paese che detiene il 75% del patrimonio artistico e culturale mondiale, possiamo pensare che la "cultura non si mangia". Semplicemente il sistema-cultura andrebbe pensato e gestito come una risorsa e non come un peso, come un elemento che faccia da volano di un intero settore economico, prevedendo anche qui, in quadro di controlli e sanzioni, l'inserimento del privato. Così come il welfare. Forse, oggi, fissare la vecchiaia a 65 anni per tutti può essere sbagliato. Forse potremmo muoverci verso l'abolizione di un'età fissa di pensionamento e una parziale gestione individuale del pensionamento, nel quadro di un sistema di regole, che ci faccia cominciare a considerare gli anziani come una risorsa e non come un peso. Insomma potremmo promuovere un sistema di welfare positivo, che, per esempio, per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, preveda il massiccio utilizzo della tecnologia da parte anche del singolo individuo che quindi venga responsabilizzato nella sua dimensione di assistito, utilizzando gli strumenti della telemedicina. Un welfare insomma,che pur rimanendo basato sulla protezione e sulla cura, investa sul capitale umano e diventi così una fonte di crescita.

3)- PERCHE' SONO ORIENTATA ALLA RAZIONALITA', AL PROGRESSO E ALLA MODERNITA', convinta come sono che la battaglia che bisogna combattere per far evolvere la Nazione sia anche la battaglia alla paura. Paura del progresso scientifico, paura o meglio diffidenza delle conquiste tecnologiche, paura di assumersi la responsabilità del proprio destino, dei temi fondamentali della vita e della morte, finora a quasi esclusivo appannaggio della Chiesa. Nessun diritto è possibile senza responsabilità, senza la nostra personale assunzione di responsabilità anche nei confronti del mondo naturale che ci circonda. Il socialismo non può sentirsi orfano di vecchie certezze, basate su vecchie organizzazioni sociali. Il socialismo è uno strumento di comprensione e gestione delle società così come sono, dell'utilizzo, senza timori, delle conquiste culturali, tecnologiche, scientifiche per conseguire il primato di una giustizia sociale concreta, non astrattamente teorica. Oggi questa giustizia sociale non può più essere basata sulla conservazione della tradizione, così come vorrebbero, almeno a parole, molte formazioni conservatrici come la Lega. Oggi la famiglia non è più la famiglia tradizionale e il nostro rapporto con il mondo naturale è fortemente influenzato dal progresso scientifico. Tutti i valori della tradizione e del costume stanno perdendo la loro influenza. Quindi nei confronti di noi stessi e del mondo naturale che ci circonda, e nessuna autorità è possibile senza democrazia, senza l'ossequio alle regole della democrazia, che per quanto riguarda l'Italia rimandano alla Costituzione.

Il mio elenco è finito. Spero di vedere l'affermazione di questa "rivoluzione dolce"; anzi spero di contribuire a realizzarla e spero di farlo insieme a voi.



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