lunedì 7 marzo 2011

Risorgimento, giovani e socialismo tricolore

Il Risorgimento oggi parla soprattutto ai giovani. Parla infatti di giovani che hanno dato voce ad un intero popolo, hanno raccolto un’eredità storica e culturale e hanno “parlato” la lingua comune della libertà e dell’indipendenza.
Certo, si trattava di un concetto di popolo elitario e minoritario, come molta della storiografia ha giustamente dimostrato, ma un fatto non può essere cancellato: la lezione che una generazione ha dato all’Italia è rimasta indelebile e le sue conquiste, definitive.
Il Risorgimento è stata una guerra, carica di contraddizoni, come tutte le guerre, e fatta da uomini, certo non perfetti; ma se noi oggi siamo un popolo, lo dobbiamo ai giovani che hanno creduto in un progetto e per quello hanno spesso sacrificato le proprie vite, combattendo armati di fucili vecchi e travolgendo eserciti professionali e ben organizzati.
Questi giovani dunque, ci raccontano di una nazione nata dal proprio sacrificio, di vite che hanno anteposto l’urgenza di consegnarci la terra sulla quale noi oggi viviamo alla propria sopravvivenza individuale, terra che, come dice Benigni, è talmente libera che possiamo permetterci – con un paradosso inaccettabile - anche di non festeggiarne la ricorrenza. Quella generazione ci insegna ancora oggi che i destini individuali possono essere inscritti in una logica che non prevede la possibilità di investire solo su ciò che ci è immediatamente e singolarmente utile; ci dice, ancora oggi, che è possibile un’epopea basata su un sogno, che per quella generazione era l’unità territoriale. Un sogno ereditato dal passato che ci consegna, nel presente, una nazione che è il risultato anche di quelle scelte.
Infine, quei giovani ci dicono che vale la pena investire su questa nazione; non tanto e non solo “in memoria” della nostra comune e straordinariamente ricca tradizione culturale, ma soprattutto perché noi siamo un popolo, ed essere un popolo significa, come ci dice il movimento risorgimentale nel suo complesso, essere una scelta e un progetto per il futuro.
Oggi come ieri, è sulle nuove generazioni che più di tutti ricade l’onere di un progetto collettivo, la responsabilità della costruzione del futuro, l’impegno per la realizzazione di un’ipotesi. Il socialismo tricolore è la cornice più adatta per questo sforzo, perché si delinea come la prospettiva di un felice incontro tra istanze di progresso sociale e promozione dei diritti individuali, in armonia con la valorizzazione delle migliori tradizioni democratiche della nazione. E tutti noi, ora, in queste giornate, vogliamo testimoniare, come accadde nel Risorgimento, la volontà di non lasciare soli i nostri giovani nella responsabilità di trasformare le difficoltà in opportunità e di far parlare, ancora una volta, alla nostra nazione, il linguaggio comune dell’unità, della libertà e del progresso.

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