domenica 27 febbraio 2011

Ancora sulla scuola: comunicati e proposte

COMUNICATO:
Ancora una volta le parole del premier e di componenti del governo, che come proprio dovere istituzionale dovrebbero tutelare e garantire il buon funzionamento della scuola pubblica, risultano invece drammaticamente e paradossalmente ostili. Le critiche generiche e infondate nei confronti degli insegnanti che inculcherebbero negli studenti idee diverse da quelle desiderate dalle famiglie confermano la pervicace azione demolitrice dell'attuale governo nei confronti di qualsiasi elemento che riguardi il "pubblico", giudicato pericoloso ed inefficiente, rispetto al "privato", libero ed affidabile. Si tratta, oltre che di una interpretazione inaccettabile nei confronti dell'organizzazione scolastica italiana già così in sofferenza, anche di una lettura che denota un arcaico carattere pre-culturale ed una finalità eversiva e destabilizzante verso istituzioni che fanno dello Stato italiano un Stato democratico.

PROPOSTA:
1)- Un sistema organizzativo per essere tale deve essere in equilibrio: la riforma- Gelmini rende squilibrato il sistema della docenza universitaria, precarizzando il ruolo di ingresso, cioè quello dei ricercatori, i quali, pur essendo i soggetti più deboli del sistema, perdono qualsiasi tutela, essendo sottoposti ormai per legge al tenure-track: contratti a termine (3+3 anni), alla conclusione dei quali, se il ricercatore non viene riconosciuto idoneo dal proprio Ateneo, deve interrompere definitivamente la propria carriera universitaria. Si propone l'abrogazione di questa norma, per ricondurre i ricercatori a pieno titolo nei ruoli accademici, dopo una selezione che preveda un iter accademico rigoroso e certificabile e che si concluda con un concorso che premi i migliori, tenendo conto dei risultati scientifici raggiunti e della "garanzia" nei confronti del candidato, espressa da uno o più professori ordinari, tenuti a rispondere dell'operato dei ricercatori assunti.
2)- Si propone l'inserimento, nel meccanismo di reclutamento e di promozione dei ruoli docenti, un dispositivo che preveda una specifica "assunzione di responsabilità" da parte dei professori associati nei confronti dei ricercatori, dei professori ordinari nei confronti degli associati e di ordinari italiani e stranieri nei confronti degli ordinari che favorisca la valutazione periodica dei docenti universitari di ogni ordine e grado e che incida direttamente sull'erogazione di fondi e sulla progressione di carriera sia dei garanti, sia dei docenti che vengano valutati.
3)- Si propone una riforma della scuola media che dovrebbe prevedere due settori: il primo, ampliato a cinque anni – dagli 11 ai 15 compresi - in grado di delineare la vera fisonomia culturale di base di tutta la popolazione, grazie al trattamento omogeneo di ogni sapere, gestito con gli strumenti più avanzati, in un tempo scolastico ampio, ancora strutturato in classi. Assicurata una solida formazione di base, questo approccio olistico alla persona si dovrebbe specializzare nei tre anni seguenti - dai 16 ai 19 compresi - secondo modalità più vicine alla dimensione universitaria. Sarebbero utili infatti, nei tre anni successivi delle "scuole medie superiori", piuttosto che semplificazioni, lo smantellamento della strutturazione in classi e l'organizzazione della didattica in corsi, secondo un impianto strutturato su materie prevalenti e sussidiarie.