A PROPOSITO DI #SARDINE E ALTRI PESCI: SARDINE CONTRO SQUALI
giovedì 24 ottobre 2019
#EBBASTARAGGI
#ROMASENZARAGGI
giovedì 15 ottobre 2015
LETTERA APERTA AL SINDACO MARINO
Caro Sindaco Marino,
giovedì 31 ottobre 2013
La Sapienza delle biblioteche
domenica 19 maggio 2013
martedì 5 febbraio 2013
psI-progetto scuola Italia LA SCUOLA AL PRIMO POSTO
psI-progetto scuola Italia
- Acquisizione di edifici di proprietà dello Stato (le caserme dismesse, ad esempio), da destinare ad uso scolastico sul modello dei convitti nazionali, per combattere l'abbandono precoce, in particolare da parte degli studenti provenienti da famiglie meno abbienti.
- Ristrutturazione degli edifici scolastici già esistenti, attrezzandoli per:
- la messa a norma in tema di sicurezza;
- collegamenti wireless alla rete degli edifici;
- laboratori per attività scientifiche, artistiche, di lettura, di scrittura, di ascolto;
- palestra, sala-teatro e auditorium; biblioteca, ove mancante;
- studi attrezzati per i docenti, che potranno così svolgere in loco le attività propedeutiche alla didattica frontale - come preparazione delle lezioni, aggiornamento, correzione dei compiti scritti, ricevimento degli studenti e dei genitori - e allo sviluppo e alla gestione della didattica a distanza, come l'uso di piattaforme di e-learning destinate a supportare assenze più o meno lunghe di alunni, a sviluppare la comunicazione con le famiglie, all'ampliamento delle risorse documentarie, al potenziamento della didattica frontale ecc...
- Strutturazione dei tempi di lavoro degli operatori scolastici (docenti e non docenti) sull'intero arco della giornata, con possibilità di turnazioni, così come previsto dal contratto del comparto "lavoratori della conoscenza", con certificazione delle presenze tramite badge elettronico. Contrazione dei tempi delle festività, in favore di attività ludico-culturali, gestite dalle scuole.
- Abilitazione dell'apertura pomeridiana delle scuole almeno su 5 giorni lavorativi a settimana.
- Attivazione di una coerente e capillare rete di servizi culturali (musei, biblioteche, cinema, teatri) che rispettino orari di apertura anche notturni, compatibili con la fruizione scolastica e con la loro indispensabile funzione di supporto alla lifelong learning, cioè alla formazione degli adulti lungo tutto l'arco della vita.
RECLUTAMENTO DEL PERSONALE INSEGNANTE
- Requisito della laurea per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per tutte le discipline.
- Frequenza e superamento dell'esame finale di una Scuola Superiore per la Didattica, cioè di un percorso biennale formativo ad hoc post laurea e a numero chiuso, con acquisizione della cattedra, sul modello del TFA (troppo costoso e teorico), che non insegua per la selezione del personale docente le solite logiche di valutazione contenutistiche, ma apra all'acquisizione delle tecniche della didattica e all'uso delle tecnologie per l'insegnamento, oltre naturalmente ad una valutazione psico-attitudinale alla docenza.
- Il contratto di lavoro dovrebbe ricalcare quello dei lavoratori della conoscenza: fasce e progressioni economiche periodiche all’interno delle fasce, i cui criteri dovrebbero includere merito professionale, titoli scientifici, anzianità. Turnazioni e flessibilità dell'orario di servizio dovrebbero avere una ricaduta sulla retribuzione.
- Scuola dell'infanzia:
- anticipazione di un anno della scuola elementare;
- contrazione di un anno del ciclo scolastico primario.
- Scuola dell'adolescenza:
- ampliamento dell'attuale scuola media a cinque anni, dai 9 ai 14 anni: una scuola dell'adolescenza, destinata a delineare la vera fisionomia culturale di base di tutta la popolazione, grazie al trattamento omogeneo di ogni sapere, approcciato sia dal punto di vista teorico, sia dal punto di vista pratico e sperimentale, gestito con gli strumenti più avanzati; un approccio olistico alla persona, che preveda un'attenzione allo sviluppo culturale di base, all'educazione sportiva e alla crescita psico-pedagogica dello studente;
- strutturazione in classi;
- ampliamento del tempo scolastico al pomeriggio;
- organizzazione didattica improntata ad un sano equilibrio fra teoria - eventualmente organizzata nelle ore della mattinata - e la pratica di laboratori, estendibili nel pomeriggio. Laboratori scientifici, musicali, artistici, linguistici, ma anche di lettura, di scrittura, di ascolto. Una scuola davvero formativa, ricca di saperi tecnologici, ma che non trascuri, nella teoria e nella pratica, la promozione delle conoscenze scientifiche - di cui soffriamo un deficit davvero preoccupante - e di quelle umanistiche, dalla letteratura e dalla filosofia alla storia e alla geografia, ormai fruibili anche attraverso sistemi tecnologici davvero molto amichevoli, come l'utilizzo dell'audiovisivo per la storia e delle utilities di google per la geografia.
- Scuola della maturità:
- durata di cinque anni, dai 14 ai 19;
- ampliamento dell'obbligo scolastico fino alla durata dell'intero ciclo;
- smantellamento della strutturazione in classi, in favore di un'organizzazione didattica che preveda corsi fondamentali e obbligatori su discipline professionalizzanti e corsi complementari, a scelta dello studente e concordati con una commissione di docenti che si occupi della costruzione curriculare, specifica per ogni indirizzo: classico, scientifico, artistico, professionale, tecnico, linguistico. Questa maggiore libertà sulle propedeuticità permetterebbe l'ampliamento e la specializzazione dell'offerta formativa: un corso, fondamentale per un indirizzo, potrebbe essere complementare per un altro, a seconda del numero di ore di frequenza e potrebbero essere inserite discipline per ora escluse dai programmi scolastici (dall'antropologia all'anatomia), la cui conoscenza aiuterebbe gli studenti in una scelta universitaria più consapevole;
- maggiore sinergia con l'università negli ultimi tre anni della scuola della maturità;
mercoledì 26 settembre 2012
Scuola: torna il concorsone....
La scuola italiana riprende il reclutamento dei professori per la prima volta dal 1999, e nonostante l’abbondante decennio trascorso, lo fa con i soliti metodi che ripropongono le solite contraddizioni. Un paio di esempi: se si avverte l’esigenza (sacrosanta) di svecchiare il corpo docente scolastico, perché si escludono dalla partecipazione i laureati dal 2003 al 2012? Se si intende privilegiare il merito - che, in assenza di criteri che lo definiscano precisamente, si configura anche come esperienza concreta acquisita nelle aule - perché si obbligano a sottoporsi alle prove odierne coloro (circa 200.000) che insegnano da “precari regolari”, molti dei quali già abilitati, azzerando così le differenze con gli altri candidati e generando conflitti sociali? Per non parlare poi del mancato riordino concorsuale che riguarda i professori di religione - e della legittimità di tale insegnamento in una società che si professa laica e multietnica - ancora ad esclusivo appannaggio della chiesa cattolica o del discutibile criterio che attribuisce ad un test preselettivo la possibilità di accedere alle prove per l’esercizio di una attività la cui peculiarità, a prescindere dalla disciplina insegnata, è la gestione critica della complessità. Allora, forse, il nodo, al netto delle polemiche sindacali in atto e dei ricorsi già previsti all’indomani della pubblicazione del bando, è nel metodo. Forse nel terzo millennio è la logica del “concorsone” a dover essere superata; forse nella società della conoscenza e della formazione permanente il reclutamento del personale docente andrebbe strettamente legato al suo percorso formativo post-universitario, riconoscendo finalmente alla “didattica” un proprio status, diversificato a seconda del livello scolastico, che si avvalga di tecniche e di logiche proprie e specifiche, da studiare, acquisire e praticare. Una specializzazione insomma che all’ingresso possa prevedere una seria valutazione anche sulle attitudini psicologiche all’insegnamento, oltre che propriamente culturali, dell’aspirante docente, selezionato anche durante la frequenza. Un esame finale, fatto solo di prove teorico-pratiche nelle aule, a contatto con gli studenti, finalizzato a mettere in evidenza anche le qualità pedagogiche del docente, dovrebbe servire a stilare una graduatoria di merito, in base alla quale “vincere” la cattedra. Tentativi di scuole post-universitarie, destinate alla preparazione all’insegnamento sono stati fatti con l’istituzione delle SSIS, Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, regionali e interateneo, attivate nel 1999 e chiuse nel 2009, attualmente sostituite dal TFA-Tirocinio Formativo Attivo. La direzione è giusta ma, prive di quella logica che mette al centro della preparazione del docente il vero attore della scuola, lo studente, si sono attestate e si attestano sulle solite logiche parossistiche di selezione da test sui “contenuti” e di accesso sostanzialmente basato sul censo. La scuola italiana dunque, vero motore della crescita economica e della rinascita culturale di questa Nazione, deve essere investita da una vera e propria rivoluzione copernicana, preparata da una trasformazione radicale nella sua struttura: una minima anticipazione e contrazione del ciclo primario; un ampliamento della scuola secondaria di primo grado, vero asse portante della formazione di base della popolazione; il quinquennio del ciclo superiore caratterizzato da una didattica strutturata non più per classi statiche, ormai del tutto anacronistiche, ma in base a corsi di materie fondamentali e propedeutiche, a seconda dell’indirizzo scelto. Insieme all’ampliamento e alla modernizzazione dell’offerta didattica si otterrebbe così finalmente una scuola laica, scevra da ideologismi, seriamente orientata alla persona, in grado di garantire una solida e diffusa cultura di base e di riconoscere e preparare le eccellenze, sanando il gap con le altre nazioni europee, in virtù di insegnanti “maestri”, non reduci da “libro Cuore”, ma pedagoghi professionisti degli anni 2000 che, grazie alle nuove tecnologie e favoriti da una efficace rete di servizi culturali (che non c’è), potrebbero così essere messi in grado di promuovere l’interesse, l’attenzione e, perché no, l’amore per la cultura nei propri allievi.