lunedì 7 marzo 2011

Risorgimento e socialismo tricolore

Il Risorgimento italiano, oltre ad essere stato uno straordinario moto di uomini e donne verso l’indipendenza politica e la libertà individuale è stato anche il primo grande tentativo di fondare, in Italia e in epoca moderna, una “filosofia civile”. Costituì cioè la volontà di attualizzare in una concreta azione storica l’antico sogno di libertà e di unità presente da secoli nella cultura italiana, orientandolo secondo una precisa idea di società, che prevedeva la nascita di una civiltà basata sull’intelligenza, sul merito, sulla laicità.
Ancora oggi noi dibattiamo i temi che furono di quella stagione: le forme di “incivilimento” di una società statica; le modalità di gestione dell’unità nazionale; le pratiche di una trasformazione politica. Ancora oggi un grande insegnamento ci deriva da quell’epoca: l’edificazione di un progetto “dell’uomo di fatto”, definito anzitutto alla luce del suo radicamento nel tessuto sociale-politico della storia, quale matrice originaria di ogni possibile mutamento.
Noi, oggi, con questa festa, vogliamo testimoniare anche che la riflessione politica sulle radici della nostra storia e della nostra identità ha una sua concreta destinazione sociale nel presente; vogliamo testimoniare che si possono riannodare le fila di un discorso, mai interrotto, nato ieri, per dare soluzioni alle problematiche di oggi, come la natura dell’identità nazionale di fronte a modificate istanze di cittadinanza o la declinazione di un’ipotesi di unità federalista. Questi temi, così attuali, i cui orientamenti primari furono affrontati in quegli anni, testimoniano che è nel Risorgimento che troviamo le radici del rinnovamento storico della coscienza civile italiana.
Come testimonia questa iniziativa, il “socialismo tricolore”, al pari di una moderna “filosofia civile”, si propone come il luogo della definizione, ideale e politica, di un rinnovato senso della Nazione, che necessita urgentemente di essere elaborato e fattivamente declinato alla luce dei più macroscopici fenomeni sociali, come sono la presenza ormai di generazioni di “nuovi italiani” o l' emigrazione delle nostre risorse più giovani e dei nostri più qualificati talenti. Insomma il luogo per ridefinire il senso del merito, della cittadinanza, dell’appartenenza, della responsabilità.
Come nel Risorgimento, siamo tutti chiamati a questo compito: sta a noi accettarlo e farne un nuovo vessillo di nazionalità.

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