martedì 14 settembre 2021

 

La lettura protagonista nelle biblioteche di Roma

“Leggere sempre”, un festival in diretta streaming in occasione della Giornata Mondiale del Libro, il 23 e 24 aprile.
di Maria Squarcione

Non c’è niente da fare. Le biblioteche continuano ad essere i presìdi della lettura. O almeno ad essere considerate tali, anche se a tante altre funzioni potrebbero assolvere con lo stesso successo. Ed è così che il circuito delle Biblioteche di Roma “festeggia” il suo 25mo compleanno i prossimi 23 e 24 aprile con un festival in diretta streaming dedicato alla lettura, che si intitola “Leggere sempre, in collaborazione con AIE-Associazione Italiana Editori e la partecipazione di RomaEuropaFestival.

Con questo inno alla lettura, che avrà un carattere internazionale con la partecipazione di studiosi del settore in occasione della Giornata Mondiale del Libro, si vuole sottolineare che le biblioteche sono protagoniste nel garantire quel libero accesso all’informazione, alla conoscenza e alla cultura che crea le basi di una comunità. Comunità che oggi si è allargata a livello planetario, grazie ad una tecnologia user friendly, e che rappresenta potenzialmente un ulteriore e fondamentale strumento di diffusione di un’antica abitudine che, come ci dicono le statistiche, stenta ad essere praticata dalla maggior parte delle persone del nostro Paese e della nostra città. In un’Italia dove una famiglia su dieci non ha libri in casa (ISTAT, Produzione e lettura dei libri in Italia, 2018), dove la percentuale dei lettori che leggono almeno un libro all’anno è ferma al 40,6% e dove i frequentatori di biblioteche tra i 24 e i 35 anni sono circa il 16%, mentre tra i più giovani si arriva al massimo al 36%, l’abitudine alla lettura come strumento di passatempo, svago o fonte di sapere sembra veramente ridotto. Si leggerà “su Internet”, si potrebbe pensare. Eppure, i dati sull’analfabetismo funzionale in Italia, anche tra coloro che godono di un’istruzione superiore, sono tali da non confermare questa ipotesi, come dimostrano, secondo la recente indagine INVALSI, i 33 milioni di italiani, pari al 46,1% della popolazione, che si trovano in una condizione di “illetteralismo”, cioè non riescono a decodificare un brano di prosa.

Alla luce di questo tragico bilancio, iniziative come questa assumono certamente un significato ancora più importante, anche se evidentemente non bastano e non basta lo sforzo di diffusione della lettura che pure viene fatto tramite le biblioteche. È evidente che queste fondamentali strutture culturali territoriali devono essere investite di un ruolo diverso e maggiormente significativo ed incisivo, che implichi una funzione formativa per l’apprendimento informale degli utenti. Le biblioteche, soprattutto quelle di pubblica lettura sparse sul territorio e che si rivolgono ad un’utenza indifferenziata, hanno bisogno di riorientare la propria mission verso una dimensione learning a tutto campo, che sia in grado di intercettare quella domanda di cultura inespressa che pur esiste; devono cioè diventare luoghi che abbiano la capacità di stimolare bisogni formativi e culturali laddove assenti o di coglierli e alimentarli laddove latenti, senza per questo apparire come luoghi di “nicchia”, ma rivolgendosi alla massa della popolazione, anche adulta. Questa potrà abituarsi a considerare le biblioteche come destinazioni abituali per trascorrere del tempo, se queste saranno in grado di offrire attività “ibride” (dalla fruibilità di video, alla possibilità di acquisire competenze artigianali fino alla lettura collettiva o individuale di testi, passando per la formazione sul reperimento esperto delle informazioni), che realizzino il diritto fondamentale di ogni cittadino europeo alla formazione permanente lungo tutto l’arco della vita.

La potenziale capillarità di intervento sulle motivazioni delle persone allo sviluppo della cultura personale e quindi alla lettura può e deve essere l’obiettivo di qualunque servizio culturale che funzioni: è arrivato il momento che la città di Roma, normalmente così “distratta” nei confronti dei bisogni anche più elementari dei propri cittadini, si faccia carico di una visione ampia e di un’ altrettanto ampia ed efficiente capacità di realizzazione di obiettivi culturali fondamentali per la crescita dell’intera nazione. 

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