lunedì 2 febbraio 2009

IP - Italiani Progressisti

Italiani Progressisti è un'iniziativa post-ideologica, come si usa dire, che prevede il superamento delle categorie tradizionali di destra e sinistra, evidentemente obsolete, per affrontare il processo di cambiamento della nazione da un'ottica che tenga conto di codici diversi: il discrimine non può più essere l'appartenenza - a questo o a quel "credo" e quindi l'automatica collocazione in questa o quella "chiesa" - ma la partecipazione e l'adesione ad un progetto inteso al superamento della staticità di questa ingessata società italiana verso un maggiore dinamismo e una reale capacità di interazione con le istanze sociali e culturali della contemporaneità.
Uno dei temi da affrontare è quello della paura, della diffusione della paura a proposito del cambiamento, dell'incontro con l'altro e diverso, della perdita delle sicurezze e delle stabilità, dei progressi della ricerca scientifica e della loro ricaduta in ambito sociale. Il tema della paura, lungi dall'essere affrontato in termini di facile psicologismo, rimanda in modo forte a temi politici centrali della nostra società e, al momento, decisamente dirimenti. Sondaggi recenti, ad esempio, testimoniano come il caso Englaro - con tutto il suo portato politico e culturale riguardante l'ambito bioetico, dall'eutanasia al testamento biologico - stia nuovamente spaccando l'opinione pubblica e creando nuovi ambiti di consenso affatto rappresentati politicamente, se non da qualche sporadica Bresso, come si sa in profonda polemica con il partito di appartenenza. Bene, il partito socialista, nella scorsa stagione politica, ha fatto sue battaglie di questo genere, abbandonando parzialmente i suoi temi classici - vedi il lavoro - per andare alla conquista di nuove fette di consenso. Ha dato sostanza di significato al socialismo dei cittadini e ha avvicinato nuovi ambiti di elettorato. Ha mostrato coraggio insomma, attribuendo un senso più generale alle singole battaglie. Quel partito ci piaceva. Oggi sembra timido, mettendosi sulla seconda fila rispetto ai radicali, che però, come sappiamo, per le loro posizioni in politica internazionale e per il loro orientamento sull'economia, oltre forse che per una eccessiva disinvoltura sui temi dell'antiproibizionismo, non riescono a rappresentare l'anima (di sinistra) progressista di questo elettorato sbandato, che oggi va verso il pd o verso Di Pietro. Questa timidezza nell'aggredire il problema non da' piena soddisfazione a quella percentuale, alta o bassa non fa niente, di potenziale elettorato che vorrebbe essere chiaramente e senza mezzi termini rappresentato. E soprattutto non da' soddisfazione ai suoi pochi/molti militanti che non dimenticano che l'orizzonte non è il proprio insignificante ombelico, ma la nazione. Solo il Partito Socialista può incarnare credibilmente una seria elaborazione teorica e una importante azione politica. Possiamo fare di più e meglio. Facciamolo.