giovedì 12 dicembre 2019

A PROPOSITO DI #SARDINE E ALTRI PESCI: SARDINE CONTRO SQUALI

A proposito di #sardine...rifletto a "voce alta" sulla novità del momento, le sardine, considerate dai più un fenomeno transeunte, come tanti, tipo i girotondi, e molto criticate, sia perchè "non hanno un programma" (di che? di governo? ma perché, governano?), sia perchè "fanno l'opposizione all'opposizione". Allora... le sardine mi sembrano molto diverse dai girotondi di morettiana memoria, un movimento che nasceva molto targettizzato a sinistra, ma pur sulla scia del "D'Alema dì qualcosa di sinistra" e del "resistere, resistere, resistere", dove le individualità c'erano eccome, forti, chiare e riconoscibili. Un movimento di circoli di professori e intellettuali che circondavano, a tutela, i presìdi della legalità contro il governo Berlusconi. Molto diverse mi paiono le sardine, che non hanno individualità, che si muovono in banchi, per difendersi dai predatori che, disorientati dai movimenti sincroni di questi pesci, non sanno chi colpire. Insomma un io collettivo, indistinto, che si muove all'unisono, molto diverso dall'io individuale e connotato dei girotondini. I quali usavano peraltro la metafora di un gioco infantile, che assurge a significato universale di unità tangibile nel gesto consapevole del darsi la mano, al contrario della indistinta serialità di questi pesci, che della stretta contiguità fisica fanno una strategia di difesa contro chi offende: il predatore Salvini. Dunque, se si parla o si scrive di sardine non si può non pensare all'elefante (cit.), che in questo caso è Salvini e tutto ciò che il salvinismo rappresenta: un sistema ben organizzato di significati integrati (tutti sbagliati), adatti ad una società "peer to peer", dove tutto si incrocia con tutto, dove il flusso dei significati non distingue più tra politica-comunicazione-popolo, o meglio gente, alla quale la Lega ha già cominciato a destinare messaggi falsi e intrinsecamente stupidi, come quello sulla sanità "aperta la domenica". Le sardine non a caso nascono in Emilia, all'indomani dell'inizio di una campagna elettorale con dei connotati insopportabili per chiunque abbia un pensiero e rivendichi un innalzamento del dibattito pubblico. Gli emiliani sembrano voler recuperare la lezione antica delle teorie marxiste sul popolo (che nel pensatore si declinava come proletariato), trasformandole in un'attenzione tutta contemporanea verso una riscossa laica e popolare nei confronti di un sovranismo eversivo, intinto in una sfrontata religiosità semplicistica e superstiziosa, che arriva fin quasi alla blasfemia. Dal canto mio, mi fanno sentire meno sola, di fronte all'autismo interessato e opportunistico dei partiti di sinistra e alla ipocrita, sfacciata, arrogante, fanatica e ottusa incompetenza di quello che fu un movimento nato per cambiare una politica opaca e inefficiente, utilizzando metodi ancor più opachi e inefficienti.

giovedì 24 ottobre 2019

#EBBASTARAGGI
#ROMASENZARAGGI


2016: «Roma è uno spettacolo» affermava entusiasta la futura Sindaca nel suo programma degli “11 passi per Roma”, che si muovevano verso l’arte, la cultura, lo sport, il turismo. E inneggiava ad una gestione dei beni culturali orientata allo sviluppo della conoscenza, rifiutando qualsiasi logica di profitto.

2019: Roma sì, è uno spettacolo, ma di inefficienza e di degrado, al quale tutto il mondo, quasi quotidianamente assiste. A tre anni di distanza da quelle trionfalistiche affermazioni, nessun impegno reale si è manifestato per migliorare la nostra esperienza di utenti di biblioteche, musei, ville storiche, teatri, cinema, accademie musicali, centri sportivi; nessuna iniziativa ha generato un vero ampliamento e un miglioramento tangibile della qualità dei consumi culturali dei romani e un impulso verso la riqualificazione della fruizione turistica. Nessun tentativo di far (ri)nascere una vera e propria industria culturale di Roma che, data la ricchezza del patrimonio attuale e potenziale, non avrebbe eguali.  
È contro questa stanca ripetitività di una narrazione ipocrita e cocciuta fino al fanatismo da parte di questa amministrazione, che è necessario accompagnare la città nel suo percorso difficile, ma indispensabile di rinascita, impegnandosi innanzitutto per far dimettere questa amministrazione. 

#Raggisenzacultura
#Romaincammino