martedì 13 settembre 2011

Scuola: emergenza nazionale

Plaudo agli sforzi di autopromozione e di promozione del partito da parte del segretario Nencini, che mai come in questo periodo, appare sulle reti televisive nazionali e sui manifesti delle grandi stazioni.
Plaudo, ma nello stesso tempo mi preoccupo. Perché i pur lodevoli sforzi profusi dal segretario e dal partito tutto rischiano di non sortire il pieno risultato di visibilità e di promozione del partito che, non dimentichiamocelo, ha bisogno di passare dall’1% di consensi almeno al 4%, se non emerge con chiarezza “il fisico”, “il carattere” e lo “stile”, in buona sostanza “la personalità” del nostro partito, così come Jacques Seguelà ha insegnato a tutto il mondo.
“Non c’è bisogno – diranno alcuni – perché tradizionalmente noi siamo il partito del lavoro”. Si, ma nel 21° secolo non è possibile parlare di lavoro se non si affronta la questione della centralità della scuola, della formazione, dell’università e della ricerca scientifica. Un dato per tutti: il 48% degli italiani di età compresa tra i 24 e i 65 anni – e che corrispondono a circa 16 milioni di cittadini e cittadine in età lavorativa - ha al massimo la licenza media, mentre la media UE è al 29%. Dovrebbe bastare questo dato a far scattare immediatamente l’emergenza scuola e formazione e a far balzare al primo posto, nell’agenda di una nazione evoluta e pronta alle sfide culturali ed economiche del mondo globalizzato, l’urgenza di misure in favore della lifelong learning, cioè della formazione permanente in favore degli adulti. Già, perché parlare di lavoro nel 21° secolo implica mettere al centro delle strutture organizzative il capitale umano: solo chi non avrà mai smesso di imparare sarà in grado di competere, sarà capace di tenersi al passo con un futuro tecnologico sempre più complesso, contribuendo così al proprio personale benessere e allo sviluppo economico del Paese intero.
Dunque, impegnamoci pure per definire sempre meglio la fisionomia di un partito dedito alla battaglia sul lavoro; ma impegnamoci altresì ad attribuirgli un connotato fortemente orientato al contrasto nei confronti dell’abbandono scolastico precoce, obbiettivo che condividiamo con l’Europa e che è il primo fondamentale tassello per il rilancio della scuola e dell’occupazione italiana del Terzo Millennio.