venerdì 4 dicembre 2009

Brevemente, sulla lettera di Celli

Sono convinta che una disamina lucida della situazione non possa che generare quella amarezza sfiduciata che si legge nelle pagine di Celli, ma trovo gravissimo che a pronunciarla, senza indicare alternative e fare proposte concrete, sia un uomo che occupa quel ruolo. Non dirò mai ai miei figli (22 e 17 anni) che l'unica alternativa è andarsene dall'Italia. Andassero pure a fare esperienze formative all'estero, si globalizzassero quanto vogliono, ma poi mi facessero la cortesia di tornare, rimboccarsi le maniche e dare una mano alla nazione che - sforzi individuali a parte - ha investito sulla loro formazione. Se estendiamo il modello-Calabria a tutta l'Italia (andarsene, per tornare si e no per le vacanze ed esaltare le bellezze del posto) avremmo definitivamente deciso la morte di questa nazione. Bisogna analizzare, indignarsi e criticare, ma poi combattere per il cambiamento. Questo è dignitoso. Tutto il resto è puro intellettualismo chic.